Dall’entrata in vigore del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) il 25 maggio 2018 e del prossimo Regolamento ePrivacy, ci sono stati cambiamenti fondamentali per gli operatori dei siti web. Il trattamento dei dati personali svolge un ruolo cruciale e richiede una presentazione trasparente su ogni sito web. Le violazioni possono portare a conseguenze legali come avvertimenti e multe.
I 10 errori GDPR più gravi e come evitarli
1. Impronta insufficiente:
Secondo l’obbligo di identificazione del fornitore di cui all’articolo 5 della legge sui media telematici, ogni operatore del sito web è tenuto a fornire un’informativa legale completa. Ciò include informazioni come nome, cognome, via, codice postale e luogo di residenza per rendere accessibili le informazioni necessarie ai visitatori e ai potenziali partner contrattuali.
2. Mancanza di dichiarazione sulla protezione dei dati:
Una chiara dichiarazione sulla protezione dei dati è essenziale per informare i visitatori sulla raccolta e sul trattamento dei dati personali. Tutti i dati raccolti, inclusi indirizzi IP, dati del browser, cookie e strumenti di analisi come Google Analytics, dovrebbero essere presentati in modo trasparente. Inoltre, al visitatore dovrebbe essere data la possibilità di influenzare l’utilizzo dei dati.
3. Avviso sui cookie mancanti:
Il GDPR e la Direttiva ePrivacy impongono l’obbligo di ottenere il consenso espresso dell’utente prima di impostare i cookie. Un cosiddetto avviso sui cookie quando il sito web viene visitato per la prima volta consente al visitatore di selezionare e accettare i cookie desiderati.
4. Monitoraggio non anonimo:
L’utilizzo di strumenti di tracciamento come Google Analytics richiede l’anonimizzazione sicura dei dati trasmessi. Anche se accetti il tracciamento, l’utente non può essere identificato.
5. Elaborazione dell’ordine mancante:
Secondo il GDPR è obbligatorio stipulare un contratto per il trattamento dei dati con tutti i fornitori di servizi che memorizzano dati personali. Il presente regolamento contrattuale documenta il trattamento responsabile dei dati da parte di fornitori di servizi esterni.
6. Moduli di contatto errati:
Sono necessari la crittografia dei moduli di contatto tramite HTTPS e un chiaro riferimento alla dichiarazione sulla protezione dei dati. Inoltre, una casella di controllo nel modulo di contatto può contribuire a fornire il consenso al trattamento dei dati.
7. Trasmissione dati non crittografata:
Tutti i dati, soprattutto quelli personali, devono essere trasmessi in forma crittografata. La conversione dell’intero sito Web in SSL (HTTPS) garantisce una trasmissione sicura.
8. Pixel di Facebook senza consenso:
L’integrazione del pixel di Facebook per le campagne sui social media dovrebbe avvenire solo previo consenso di ciascun utente. Lo strumento di gestione del consenso (cookie box) supporta l’integrazione conforme alla protezione dei dati.
9. Video e incorporamenti di YouTube senza consenso:
L’incorporamento di video di YouTube e altri “incorporamenti” dovrebbe avvenire solo previo consenso esplicito dei visitatori per impedire la trasmissione di dati personali.
10. Hosting non sicuro:
Scegliere un provider di hosting sicuro con politiche sulla privacy chiare e server crittografati è fondamentale per proteggere completamente il sito Web e i dati in esso archiviati.
Conclusione:
Il GDPR ha notevolmente rafforzato i requisiti per gli operatori dei siti web. Il rispetto delle misure citate e l’utilizzo di strumenti come la cookie box facilitano la realizzazione di un sito web conforme alla protezione dei dati.
Tuttavia, revisioni e adeguamenti continui sono essenziali nel contesto dinamico della protezione dei dati al fine di ridurre al minimo i rischi legali.